I TERRITORI

un’offerta sempre più ampia

 

Partendo dal territorio del Mugello è stato sviluppata un’ampia scelta di attività ed esperienze seguendo le passioni e gli stili di vita dei nostri clienti. Ad oggi il progetto è stato replicato anche nei territori del Casentino, Valdisieve, Valdarno e Appennino toscoromagnolo, Chianti, Terre di Siena, Empolese Valdelsa, Montalbano, Montagna Pistoiese e Valdinievole; con l’obbiettivo di ampliare il progetto a livello regionale entro il 2023. 

MUGELLO

Terra di artisti, disegnata con cura e coltivata con amore, è terra desiderata il Mugello, e non potrebbe essere altrimenti. Circondata da querci e castagni e difesa dall’Appennino ha in tutto la morbidezza tipica del paesaggio toscano; ne ha l’atmosfera, ne ha i colori.

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Il Mugello è terra di sfumature e atmosfere ovattate dalla nebbia, non ama i toni forti, le asprezze, i contrasti. È come dire che il bello è nel codice genetico di questi luoghi, di questa gente. Qui son nati Toscani illustri: Giotto, il Beato Angelico, e anche Andrea del Castagno è di queste parti.

Da queste terre ha origine la famiglia de’ Medici, e sono molti i segni lasciati da questi potenti Signori. Chiamarono importanti architetti, come Michelozzo, a disegnare e a modificare castelli per trasformarli in accoglienti dimore, ne sono un esempio la villa di Cafaggiolo e il castello di Trebbio con la sua torre ed il suo giardino all’italiana.

 

Potete scoprire le antiche strade dell’Appennino, tortuose ed aspre. Concedetevi il lusso di un paesaggio imponente e maestoso, facendo soste opportune, senza fretta, magari fermatevi a cercare il Marron Buono o i funghi porcini dal sapore inconfondibile. Anche percorrendo un’antica strada ferrata viaggerete alla scoperta di atmosfere dimenticate, con campi di grano e olivi che vi accompagnano per un tratto per poi lasciare spazio ad un panorama quasi alpino, l’Alto Mugello con castagneti e faggete.

Paesaggio ameno, gente affabile, cucina genuina, vino buono, in più c’è una grande tradizione artigianale, come i ferri taglienti di Scarperia e San Piero, o gli scalpellini di pietra serena dell’Alto Mugello.

 

Il viaggiatore potrà allontanarsi dallo stress della città approfittando dell’ospitalità offerta nelle fresche case coloniche restaurate con gusto mirabile, nei borghetti prima abbandonati e ora tornati a nuova vita, nelle ville e palazzi dove hanno dimorato nobili famiglie fiorentine. Il viaggiatore potrà calcare a piedi, in bicicletta, a cavallo i resti di una viabilità che ignorava la ruota oppure praticare il golf, la canoa, il tiro con l’arco, la pesca sportiva per godere appieno del proprio tempo libero.

Il Mugello si raggiunge facilmente con l’Autostrada A1 uscendo al casello di Barberino di Mugello. Il vecchio e affascinante tracciato ferroviario della Faentina consente di accedere al territorio del Mugello sia dal versante romagnolo, partendo da Faenza e incontrando Marradi, sia dal versante toscano partendo da Firenze.

CASENTINO

Terra di boschi e monumenti della fede, di silenzi profondi e di rivoluzioni dell’anima, il Casentino parla il linguaggio della meditazione e del raccoglimento. Qui vincono i colori e dominano le atmosfere spirituali della foresta. Il Casentino è la parte più alta della valle dell’Arno,

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racchiusa da una parte dai monti della Verna, di Camaldoli e dell’Alpe di Catenaia, e dall’altra dalla catena del Pratomagno. Attraversato dal più grande fiume toscano, il Casentino è ricco di boschi di castagni, faggi, querce e abeti, alberi che costituiscono il patrimonio naturalistico del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e caratterizzano al tempo stesso due luoghi dall’intensa spiritualità: Camaldoli, con l’Eremo e il Monastero, e il Santuario de La Verna, dove San Francesco ricevette le stimmate.

 

La storia di questa valle è legata a quella dei conti Guidi di Poppi, che costruirono castelli oltre che nel loro paese natìo, anche a Romena, Porciano, Montemignaio e Castel San Niccolò. Immaginando di iniziare la nostra breve rassegna proprio da Poppi e dal suo imponente castello, scopriremmo, tra le attrazioni di questo grazioso centro, l’Oratorio della Madonna del Morbo e l’abbazia di San Fedele. A Pratovecchio, borgo natale di Paolo Uccello, varrà la pena di visitare la chiesa della Propositura, così come, a Romena, la splendida pieve di San Pietro e il castello. Di Stia sono caratteristici i portici del corso centrale e l’elegante pieve di Santa Maria Assunta, dove sono custodite opere di straordinaria bellezza. Adagiata sulla collina prospicente si vede l’imponente torre del castello di Porciano. Notevoli poi le pievi dei Santi Ippolito e Cassiano, la chiesa di San Lorenzo, decorata con terrecotte robbiane, l’Oratorio delle Sacre Stimmate e il borgo di Ortignano Raggiolo, dove ammirare una bella pieve romanica e il Museo della castagna. Castel San Niccolò e Montemignaio, infine, sono due particolari esempi di borghi arroccati edificati intorno a castelli, ancor oggi visitabili e perfettamente conservati.

Il Casentino è una terra di antiche tradizioni che ancor oggi vivono grazie alle sapienze artigianali, celebre il “panno casentinese”, tessuto di lana dai colori inconfondibili, come i classici arancione e verde bottiglia; notevoli anche le lavorazioni di ferro battuto e pietra lavorata. La gastronomia offre piatti semplici ma gustosi, ricette di pastori che rimandano alla transumanza, come la scottiglia o l’acquacotta; piatti contadini come i tortelli di patate e poi formaggi, il prosciutto, il miele e le immancabili castagne.

VALDISIEVE

La ValdiSieve, interamente coperta da faggeti e castagneti, offre scenari da cartolina. È il territorio che abbraccia la provincia di Firenze tra la valle verdeggiante del fiume Sieve, al confine con il Mugello. È una zona che si caratterizza per essere un intreccio di colori e forme:

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si passa dal paesaggio punteggiato da vigneti e oliveti e alberi da frutto al paesaggio più selvaggio e aspro. La Val di Sieve non manca di essere ricca di abbazie, pievi, borghi e luoghi da esplorare. È una valle dolce popolata da antichissimi castelli unici nel loro genere, come il Castello di Sammezzano, che richiama uno stile orientale, costruito nel XVI secolo.

Anche il Castello di Nipozzano, è luogo di interesse sia storico che enogastronomico. Ospita le vigne di uno dei maggiori produttori di vino italiani, i Marchesi di Frescobaldi, i quali detengono la maggiore estensione di vigneti in Toscana con 1200 ettari e cinque tenute. Di particolare interesse è la Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino che si intreccia con le colline e gli antichi borgi.

La ValdiSieve custodisce quella che è stata dichiarata la Riserva Biogenetica Naturale con al suo interno l’Abbazia di Vallombrosa oltre che al Parco Nazionale delle foreste Casentinesi e la Foresta di Sant’Antonio. Per gli amanti della natura e dello sport, questa valle si presta bene alle lunghe passeggiate e durante tutto l’anno è possibile fare trekking con percorsi organizzati nella zona di Rufina.

Partecipando alle fiere paesane è possibile degustare prodotti tipici ed entrare ancor di più nell’atmosfera di questi luoghi. Il Toscanello d’oro è la festa del vino e della cultura locale nel centro storico di Pontassieve e la Sagra del Tortello, della Salsiccia e del Bardiccio a Pelago.

APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO

Il territorio della Romagna Toscana si estende a cavallo degli Appennini, lungo il confine che separa le due regioni. Uno scenario intatto e tutto da scoprire, uno straordinario incontro tra storia e natura, con fonti naturali, acque termali e preziosi tesori, in un dolce saliscendi di colline, boschi e alture.

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La Romagna Toscana viene raccontata attraverso il suo patrimonio storico e artistico, gli itinerari dei pellegrini, i saperi artigiani, le esperienze da vivere, le specialità da gustare.

Il panorama della Romagna Toscana è contraddistinto all’orizzonte dall’imponente catena montuosa degli Appennini, intervallata da valli nelle quali scorrono diversi corsi d’acqua, come il Montone, il Tramazzo, il Bidente, il Lamone, il Savio, il Rabbi e Rio Maggio. Nella valle alle pendici del Monte Fumaiolo, prende vita il Tevere, fiume sacro al destino di Roma.

Monti e valle ospitano ettari e ettari di verdi foreste, come quella di Montebello, una vera e propria oasi faunistica dove sorgono formazioni boschive di interesse scientifico e didattico e specie arboree provenienti da tutti i continenti. Un’ampia parte della Romagna Toscana è occupata dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mentre centenari castagneti circondano l’abitato di Marradi.

Le acque che scorrono in queste aree creano scenari naturali unici, come le piscine di Premilcuore o la cascata dell’Acquacheta a Portico, fino a diventare fonti termali dal potere terapeutico.

Le preziose acque sulfuree e salsobromoiodiche di Castrocaro Terme erano già note in epoca romana, mentre le sorgenti bicarbonato-alcalino-sulfuree, minerali e ipertermali di Bagno di Romagna vengono utilizzate sin dall’antichità.

Ma l’elemento più singolare del territorio è sicuramente il Vulcano del monte Busca, il vulcano più piccolo del mondo, che sorge in località “Inferno” a Tredozio e viene alimentato da gas naturali.

Il territorio della Romagna Toscana propone ai palati dei visitatori prelibatezze e specialità gustose, che vanno dai primi piatti ai dolci. Nell’area coperta dai 15 comuni della zona vi sono diversi presidi Slow Food, che sostengono le produzioni tipiche locali, come il formaggio “Raviggiolo”, il Tortello alla Lastra, o i primi piatti con gli Strigoli, un’erba caratteristica di queste terre.

Altre specialità sono il Tartufo, che viene festeggiato a Dovadola con una prestigiosa Sagra, giunta ormai alla cinquantesima edizione, ed il Bartolaccio, simile al crescione, al quale è dedicata un’altra sagra che ha luogo a Tredozio, le prime due domeniche di novembre.

Sul versante enologico la Romagna Toscana può vantare il Sangiovese superiore Modigliana DOC, elegante ed austero, che può essere degustato in una delle tante cantine presenti sul territorio.

Castrocaro Terme e Terra del Sole è altresì ricca di fattorie, frantoi e cantine, che offrono vini DOC ed oli extravergine, che possono degustati nelle aziende cha fanno parte della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena.

L’area coperta dalla Romagna Toscana si estende a metà tra le due regioni, circondata da numerose destinazioni di valenza naturalistica e culturale. In un raggio di circa 200 chilometri vi sono diverse città d’arte, Firenze, Arezzo, Forlì, San Marino, Bologna e Ravenna, dense di storia e cultura, ricche di musei, chiese e monumenti. Non mancano inoltre i luoghi d’interesse paesaggistico, come le aree di Casentino e Mugello, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e, ovviamente, gli Appennini. Dal territorio della Romagna Toscana è facilmente raggiungibile anche la costa: la Riviera Romagnola, una delle zone più note e dinamiche del litorale italiano, si trova infatti a poche decine di chilometri.

VALDARNO

Il Valdarno (si usa curiosamente il “maschile” e non il “femminile”) è, come fa intendere il nome stesso, la valle attraversata dal fiume Arno situata tra Arezzo e l’Area Fiorentina. Questa zona turistica è ricca di tradizione, storia, ma anche di una notevole vivacità industriale.

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Tale sviluppo, però, nulla ha tolto al patrimonio artistico e al fascino paesistico del territorio valdarnese. Terra singolare e pittoresca, il Valdarno Aretino è tutta una sequenza di dolci declivi tormentati da innumerevoli costoni a picco erosi dalle acque piovane. Qui tutto è colore: le macchie brune dei pini al sommo dei calanchi, le querce tenebrose acquattate al fondo delle forre delle pareti di crete giallastre aperte come ferite, l’argento eterno degli uliveti e il verde delle vigne che s’imporpora ogni anno al tramonto della buona stagione. Molte sono le dimostrazioni della presenza di una natura viva, come la Riserva Valle dell’Inferno o l’Oasi di Bandella, con una zona palustre che attira amanti del turismo lento e del birdwatching; il curatissimo Roseto Fineschi di Cavriglia, un meraviglioso giardino con una raccolta di più di 6000 varietà di questo elegante fiore; ma anche l’ambiente alpestre e solitario delle alte pendici del Pratomagno, un rilievo che supera i 1500 metri e che si può ben raggiungere da Loro Ciuffenna.

Un elemento che su tutti, però, caratterizza in maniera unica il paesaggio sono le Balze, un fenomeno erosivo che ha dato origine a ripidi pendii argillosi dal tipico colore giallastro. A loro tutela, vista l’incommensurabile bellezza, oltre alla sileziosa guardia di Terranuova Bracciolini e Castelfranco Piandiscò, vi è anche un’area naturale protetta di più di 2000 ettari che le accoglie. Il profilo di questi scoscesi burroni non lascia indifferenti ora come un tempo, tanto che persino Leonardo da Vinci ne ha dipinto le forme sugli sfondi di alcune sue pitture più celebri, tra cui addirittura la conosciutissima Gioconda. Il genio, però, non fu il solo a lasciarsi incantare dalle sfumature di questi scenari naturali, tant’è che altri due nomi noti hanno lasciato qui tracce del loro operato: il Beato Angelico e Masaccio. A San Giovanni, in particolare, del primo si può ammirare una tavola dell’Annunciazione e del secondo visitare la casa natale.

La natura del Valdarno non è solo bellezza, ma anche risorsa preziosa che l’uomo ha saputo sapientemente sfruttare. Qui si conserva una forte tradizione agricola, rivolta principalmente alla produzione dei vini e di oli d’oliva di gran pregio, come dimostrano anche l’itinerario tematico della “Strada del Vino Terre di Arezzo”, che prosegue fino in Val di Chiana; la produzione del Fagiolo Zolfino o della deliziosa pancetta Tarese, presidio Slow Food prodotto per esempio tra Terranuova Bracciolini, Montevarchi e Bucine.

Il territorio del Valdarno Aretino, insomma, conserva nei suoi passaggi fattorie, poderi che mantengono il sapore rurale della campagna toscana, ma non mancano interessanti paesi, borghi con tracce di mura urbane, rocche e castelli.

CHIANTI

Le colline del Chianti sono una dolce catena ondulata a cavallo fra le province di Firenze, Siena e Arezzo e caratterizzano questa terra cara agli uomini dalla notte dei tempi. Dal punto di vista storico, per secoli, il Chianti ha compreso la zona dei comuni di Gaiole, Radda e Castellina, parte della vecchia Lega del Chianti

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costituita nel lontano 1384 dalla Repubblica Fiorentina e che aveva come suo simbolo l’ancor oggi famosissimo gallo nero. Con la costituzione della zona vinicola, nel 1932, il territorio noto come Chianti venne notevolmente ampliato.

Da sempre, la storia di questo territorio è indissolubilmente legata ai vini prodotti in queste zone, e non solo. Il Chianti è perciò la destinazione ideale per un viaggio nella tradizione enogastronomica toscana: i comuni presenti in quest’area, infatti, sono parte della zona di produzione del vino rosso Chianti DOCG, conosciutissimo nel mondo intero. I vitigni di Sangiovese, alla base del Chianti Classico, si distribuiscono sulle colline di questo territorio, lasciando spazio, qua e là, a paesi e a borghi arroccati le cui vie emanano i profumi delle cantine. Questo vino si sposa perfettamente con prodotti gustosi come gli affettati – magari della locale Cinta Senese – e con piatti che escono dalle cucine del posto, piatti che recuperano alimenti che tradizionalmente sfamavano i poveri, oggi nobilitati al punto da diventare prelibati ingredienti delle più raffinate cucine internazionali: basti pensare a piatti come la ribollita, il collo ripieno, i fegatini di pollo e la trippa.

Un sistema perfetto per non perdersi neanche una tappa in questa zona, è attraversarla percorrendo la Chiantigiana, la strada che da Firenze giunge a Siena tanto amata dai motociclisti. Le soste prenderanno le sembianze di paesi immancabili come Greve in Chianti, con la sua curiosa piazza triangolare circondata da portici, Castellina, con la sua rocca, sede del museo archeologico, e appariranno in tutta loro tipicità borghi come Montefioralle e Panzano. Perdersi tra i vicoli di questi abitati potrà rivelarsi una fortuna, quando, all’improvviso, ci si ritroverà in questa bottega sommersa di fiaschi o in quella storica macelleria, senza contare del privilegio di poter finire in un originale Museo del Vino.

Il Chianti, però, non è solo vino. È questa una terra che ha visto passare antiche popolazioni – come dimostrano diverse testimonianze etrusche -, illustri artisti e architetti e che vede oggi numerose collezioni di arte sacra e di opere interessanti. Spettacolare è il Chianti Sculpture Park, che coniuga le bellezze paesaggistiche di quest’area con creazioni e installazioni di artisti di ogni parte del mondo.

Se così tanti scultori dal mondo sono arrivati qui con le loro opere, altrettanto hanno viaggiato all’estero le immagini di queste campagne. E se si è abituati a vederle percorse da decappotabili rosso fiammante, si rimarrà sorpresi vedendo sfrecciare un nugolo di biciclette sotto il nome di Eroica, una corsa tutta vintage che ha come unico (si fa per dire!) premio di gara quello di correre per gli incantati paesaggi del Chianti.

TERRE DI SIENA

sono l’insieme di campagne e territori che abbracciano Siena e che da sempre incantano i viaggiatori con la bellezza del loro paesaggio, proprio come avvenne ai tempi del Grand Tour. Queste sono terre che accolgono col fascino del passato, pronte a stupire con la meraviglia delle valli di boschi e di creta, coi caratteristici filari di vigne e le dolci colline di olivi e con una importante tradizione enogastronomica.

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Siena è talmente folgorante nella sua bellezza da diventare Patrimonio dell’Umanità. Piazza del Campo, la Torre del Mangia, il Duomo, sono veri e propri gioielli che lasciano senza fiato. È questa una città con un’identità forte, dove l’appartenenza a qualcosa di più grande è palpabile e in cui le tradizioni non sono semplici storie da raccontare ma esperienze da vivere, proprio come accade nel Palio.

Visitando queste zone resterai colpito dalla bellezza di eremi, pievi, borghi ma anche dai suoi boschi solcati dai corsi d’acqua e dai numerosi percorsi nel verde, incontrando riserve naturali, come quelle lungo il fiume Merse. Molte le occasioni per ascoltarsi, nella pace, come con una rilassante seduta di benessere alle Terme di Petriolo a Monticiano o a quelle di Rapolano; oppure una speciale visita all’abbazia cistercense di San Galgano, a Chiusdino, un luogo carico di mistero che evoca riflessioni e silenzi; per non parlare di Asciano, dove l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore è una destinazione altrettanto avvolta nella spiritualità. Tra i tipici ruvidi calanchi molti anche i centri di origine medievale, quali Buonconvento e Monteroni d’Arbia, ma anche borghi testimoniati dai tempi degli Etruschi, come Murlo e Sovicille.

EMPOLESE VALDELSA E MONTALBANO

La Montagna Pistoiese si estende dall’Alpe delle Tre Potenze fino alle pendici orientali di monte La Croce, nei pressi della Foresta dell’Acquerino. Posizionata geograficamente nell’alta Toscana, gode del tesoro prezioso delle sue risorse naturali: la tranquillità dei boschi, l’aria frizzante e cristallina, i prodotti genuini della terra, lo splendore dei paesaggi dolci e mutevoli.

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Inoltre, la presenza di città d’arte come Pistoia e dei tanti borghi storici permette di alternare rilassanti giornate nel verde della natura a interessanti gite culturali.

Si distinguono facilmente una parte settentrionale a carattere alpino e una orientale più dolce, tipicamente appenninica. La parte occidentale comprende due catene montuose parallele, saldate tra loro dal noto Passo dell’Abetone (1388 metri). Racchiusa tra queste due catene si estende la Val di Lima, contornata da numerose valli minori, quali la valle dei Sestaione, della Verdiana, del Limestre e della Liesina. La parte orientale, invece, è caratterizzata da rilievi con altitudini non superiori ai 1300 metri, con montagne dal profilo rotondo e valli profondamente incise da fragorosi torrenti. Questa zona è famosa soprattutto per le sue stazioni sciistiche, frequentate dagli sportivi toscani ma non solo. Note sono le piste dell’Abetone e della Doganaccia, che richiamano tanti appassionati di sci e altri sport invernali.

Tuttavia, lo splendore dell’Appennino Pistoiese non sta solo nella neve, infatti anche in estate sono molte le attività che questo territorio riserva. Le località di questi monti sono molto amate anche per il trekking: tra i percorsi più interessanti quelli del Monte Gomito, del Monte Cimone e del Libro Aperto, ma anche suggestivi laghi Nero e Scaffaiolo.

Ovviamente l’offerta di questo territorio non si esaurisce nella natura incontaminata, perché molti sono i modi per scoprire le tante curiosità, la storia e le tradizioni di questa zona. Per avere un’idea del legame degli abitanti con queste montagne la migliore opzione è seguire le tappe dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, un museo diffuso sul territorio articolato in sei itinerari tematici, come attività della vita quotidiana e antichi mestieri come quelli del fabbro, quest’ultimo testimoniata dalle numerose ferriere, alcune ancora visitabili. Per chi non soffre di vertigini e adora l’adrenalina, immancabile il Ponte Sospeso delle Ferriere a San Marcello Piteglio, utilizzato un tempo dai lavoratori che dovevano recarsi da un lato all’altro della valle.

Da non perdere sono i deliziosi borghi arricchiti da bellissime ville, fortezze, torri dirute e atmosfere medievali, come Serravalle o Quarrata, nonché la piccola e liminare Pavana o Sambuca Pistoiese. Capitolo a parte meriterebbe Pistoia, nominata Capitale Italiana della Cultura nel 2017, ricca di musei e dove l’arte e la storia si respirano per le strade, nelle piazze e la cultura si palesa nelle tante iniziative annuali, come il festival musicale Pistoia Blues.

VALDINIEVOLE

Per secoli crocevia di culture, scambi, incontri, il territorio della Valdinievole si estende fra Lucca e Pistoia e vanta famosi centri termali, una natura intatta e gioielli d’arte e cultura rinomati in tutto il mondo.

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Le rigogliose colline celano borghi e castelli che, da quella che è detta, per i suoi paesaggi, “Svizzera Pesciatina”, si allungano a est fino al Montalbano. Proprio su queste colline si svilupparono i primi insediamenti umani che durante il medioevo raggiunsero uno dei momenti di massimo splendore. Oggi è possibile leggere le tracce del processo di “incastellamento” attraverso le fortificazioni ancora visibili a difesa dell’intero territorio.

Dai boschi di castagno, passando attraverso il paesaggio punteggiato di olivi, si giunge a valle. Qui sgorgano le acque preziose di Montecatini Terme, ancora oggi apprezzate presso gli stabilimenti termali dall’elegante architettura liberty; ed è qui che il vapore fuoriesce dalle grotte di Monsummano Terme e si estende la riserva naturale del Padule di Fucecchio. Millenni fa, infatti, parte di questo territorio era coperto dalle acque del mare che arrivavano fino ai piedi del Montalbano e il Padule di Fucecchio è ciò che oggi rimane di quella remota epoca geologica.

La Valdinievole è anche la terra di Pinocchio, il burattino più famoso del mondo. Proprio qui nacque la madre di Carlo Lorenzini, l’inventore di questa storia senza tempo. Carlo era figlio di una famiglia modestissima, che prestava servizio presso gli aristocratici Garzoni della cittadina di Collodi, da cui Carlo prese lo pseudonimo.

La Valdinievole è quindi terra di ispirazione. Da sempre le sue acque, l’amenità del suo paesaggio, la dolcezza delle sue colline hanno offerto relax a musicisti – tra i più illustri Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini – a pittori e artisti delle più varie discipline: dalla letteratura al teatro, dal bel canto al cinema. Una natura quindi musa di tutte le arti, ma anche elemento strettamente connesso agli abitanti, che hanno saputo farne una risorsa. La zona è nota per l’attività di vivaismo, specialmente nella località di Pescia; testimonianze lo sono anche l’originale Museo del Bonsai o il profumatissimo Giardino degli Agrumi.

Da non dimenticare, infine, l’ottima qualità dei prodotti tipici come l’olio d’oliva Toscano IGP, i pregiati vini rossi e bianchi, il vinsanto, il delicato e gustoso fagiolo di Sorana. Su ogni cosa colpisce l’animo dolce di questa terra, che si svela nelle squisite cialde di Montecatini o nei famosi brigidini di Lamporecchio, che, immancabili in ogni fiera di paese, sono i “chicchi” (come si usa dire) di tutti i bambini della Toscana.

VALDICHIANA

La Val di Chiana o Valdichiana, collocata nell’Italia centrale, ricompresa tra le province di Arezzo e Siena, in Toscana.

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-Valdichiana Aretina: è l’anima agricola della Toscana: le sue terre brulle, apparentemente aride – specialmente in tempo di maggese –, covano in realtà frutti che sono curati come figli da allevare. Da questi campi sbucano prodotti che sono sintomo dell’aspetto meno ingentilito, forse, ma autentico della Toscana, tutti quanti prodotti che hanno fatto del proprio essere rustici e genuinamente ruvidi una gran forza. Qui tutto è grande, tutto sembra aver bisogno di spalle forti, senza curarsi troppo se ciò comporta un aspetto nodoso, talvolta bitorzoluto: i pomodori sono immensi e rugosi, persino l’aglio si ingigantisce diventando Aglione, gli esemplari di razza Chianina, possenti, hanno una stazza smisurata. Tutto, in Valdichiana, sembra essere l’immagine antica e ricca di fascino delle mani nerborute dei contadini, così semplici, ma portatrici di una storia di fatica, di senso del sacrificio e appartenenza. L’aspetto asciutto di ogni cosa, dunque, sembra voler essere estremizzato, ora che la palude insalubre di un tempo non c’è più e che di quegli spazi umidi solamente resta il tracciato di un sentiero, quello della Bonifica, fatto di chilometri lungo i quali pedalare e grandiose opere idrauliche.

Il sole della Valdichiana è un sole che matura i campi e scalda i cuori, inondando tutto con quella luce del buonumore di cui parla Frances Mayes nelle pagine del suo “Under the Tuscan Sun” – “Sotto il sole di Toscana”, nel quale la protagonista, più che la turista americana in viaggio, è la spettacolare e immaginifica campagna di Cortona.

È dunque questo un territorio che sa sfamare pance e animi, non a caso chiamato in passato “il granaio dell’Etruria”, una riserva di nutrimento che gli Etruschi hanno saputo sfruttare e dove hanno lasciato un grande numero di reperti e di borghi, come Castiglion Fiorentino o la magica Cortona, arando le terre che avrebbero visto sorgere Marciano e la romantica Lucignano.

Se c’è una cosa, però, che più di tutte garantisce la percettibile armonia della Valdichiana Aretina è l’oscillare del pendolo delle tradizioni, che sposta l’equilibrio ora verso il passato, con eventi con il carnevale secolare di Foiano o il palio di Castiglion Fiorentino, ora verso la contemporaneità, come dimostrano Civitella, dove è stato dato spazio all’estro di artisti contemporanei, e Cortona, con il suo On the Move, festival internazionale della fotografia.

 

-Valdichiana Senese: ha confini sfumati come la lievità delle sue albe, come il rosseggiare dei tramonti che si riflettono nel mare immoto delle Crete, sulle biancane di raro fascino, negli orridi dell’Orcia, confini che baluginano sugli specchi d’acqua di Chiusi e Montepulciano, che s’inabissano nel mistero profondo della civiltà etrusca, rimbalzano sulle asperità di Cetona e infine sgorgano vitali nelle fonti di Chianciano e San Casciano.

Visitarla significa entrare in sintonia con un diapason che fa vibrare tutti gli accordi: da quelli della storia che sfuma nella leggenda e nel mistero etrusco, a quelli del piacere che si fa benessere (nelle acque di Chianciano Terme, di Montepulciano o di San Casciano dei Bagni) e goloso godimento (coi grandi vini di Montepulciano, le suggestioni gastronomiche di Sinalunga o l’olio extravergine di Trequanda); ed ecco la volta degli accordi che vibrano nel paesaggio e nelle architetture (di Sarteano, di Torrita di Siena o dell’aristocratica ruralità di Cetona), ed eccola qua, la rapsodia del buon vivere, tratto distintivo di questo antichissimo territorio. 

Pensate al mito di Porsenna, re etrusco che osò sfidare Roma, e batterla; oppure a Orazio che parla di Chianciano come dello spot termale preferito da Augusto; pensate all’abate di Cluny che diventò ospite, più che prigioniero, di Ghino di Tacco; o a Lorenzo il Magnifico che affidò a Poliziano il compito di educare la prole, che il pittore conquistò al punto che la dinastia elesse Montepulciano – fulcro del rinascimento senese – a proprio buen retiro. 

La malia di questa terra è dovuta al fatto che qui più che altrove è sopravvissuto lo spirito etrusco. La Val di Chiana in tutta la sua estensione tocca infatti tutti i centri maggiormente vitali dell’antica cultura. Cultura ancor viva non solo nei numerosi centri termali, conosciuti e apprezzati già ai tempi degli Etruschi e che fanno oggi della Val di Chiana Senese il paradiso del benessere, ma anche dove non molti si aspetterebbero di trovarla: come in una tagliata di Chianina (questi vitelli bianchi sono i pronipoti del bue apis sacro agli etruschi), in un bicchiere di Nobile di Montepulciano (il Redi nel suo “Bacco in Toscana” fin dal ‘600 lo celebra come il re dei vini), o nel solitario girovagare per i centri antichi, da un salutare tuffo nelle piscine termali o da un sorso d’acqua benefica che restituisce vitalità.

Oggi tutto questo si traduce in ospitalità di altissimo livello e nelle occasioni d’incontro con un artigianato che perpetua antiche sapienze: ecco i cromosomi della Val di Chiana Senese, radici che si sostanziano in una vivibilità straordinaria, colori e musiche sono i paesi di questo territorio irripetibile, la sintesi è una rapsodia in blu. Un blu etrusco.